24.5.08

Il tesoro delle lettere


Una volta definiti i simboli grafici, fu abbandonato l’uso di fare nodi alle corde; una volta distinte le impronte d’uccello, venne creata la scrittura, rappresentazione della lingua parlata e dimora dell’espressione letteraria. Quando Cang Jie ebbe creato la scrittura, di notte i demoni piansero, e dal cielo piovvero chicchi di riso. (…) Quanto ai significati dei caratteri, vi sono differenze rispatto al passato. Nascono inoltre caratteri nuovi, altri cadono in disuso o vengono utilizzati in modo diverso. La forma da semplice si fa complessa, e mutano le nozioni di bello e di brutto. Il cuore affida i suoni alla parola, e la parola affida l’espressione ai caratteri. (…) Nel combinare in uno scritto i diversi caratteri occorre molto discernimento. Bisogna:
1. Fuggire le stranezze e le eccentricità;
2. limitare l’uso di caratteri graficamente simili;
3. Stare atteti alle ripetizioni;
4. equilibrare le forme semplici e le complesse.
Per stranezze ed eccentricità intendo l’uso di caratteri di forma curiosa e inconsueta. Nei versi di Cao Shu: “Come mi attira quel viaggio! Ma il mio cuore è così sensibile che non sopporta gli schiamazzi!”, i due ultimi caratteri sono talmente eccentrici che tutta la poesia ne soffre. (…) In una successione di frasi tutte di caratteri “magri” le linee appaiono esili e gracili; mentre in un testo tutto di caratteri “grassi” la grafia risulta densa e sovraccarica. Invece, se abilmente alternati, il semplice e il complesso risplendono come un prezioso filo di perle. (…) Se i caratteri si sostituiscono gli uni agli altri e si confondono, la scrittura si inceppa e non riesce a prendere il volo. Ma se il suono e il tratto sono chiari ed esatti, vola e danza, leggiadro il pennello.

Da Il tesoro delle lettere: un intaglio di draghi, trattato di retorica di Liu Xie, VI sec.

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